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A leggere il suo curriculum viene voglia di provare quella che definirei una trasmigrazione corporea, le sue esperienze e la sua formazione sono a tal punto meravigliosamente complete ed eterogenee da convincere chiunque a tentare un abbandono senza rimpianti del proprio corpo per migrare nel suo e accaparrarsi così l’immensità di lavori, incontri, studi, successi di cui Simona Lisi ha saputo riempire la sua esistenza.” Manuela Barbato

Impatto catartico fra la memoria e il palco costantemente carico della sua presenza, che con tecnica e stile ha proposto, al Teatro Elicantropo questo week-end, una suggestiva “Alchemica dei sogni“. Francesca Morgante su “L’alchemica dei sogni” di e con Simona Lisi

“Le parole scorrono, le voci si espandono nella scena e noi seduti riscopriamo nella memoria collettiva quei luoghi lontani e senza tempo di una città antica, stagliata e imperitura sullo sfondo di millenni or sono. Tanto è evocativo e sensoriale il testo di questo Cantico dei Cantici attribuito a Re Salomone.” Cristina Squartecchia su “Song of songs” di Simona Lisi

“..Una performance di trenta minuti, densa, appunto, di accadimenti visivi e sonori, e di non meno coinvolgenti azioni della bravissima Simona Lisi, che si è fatta composto tramite di poesia, a metà tra personificazione della Bachmann, senza alcun accenno narrativo o biografico, e interpretazione delle sue visioni; corpo generatore, con punte di alta suggestione, come in una particolarissima danza di segni realizzata con le mani, capace di evocare numeri, figure dello zodiaco, una moltitudine di immagini…” Francesco Carini “Quel che ho visto e udito” di Fabrizio Crisafulli con Simona Lisi in  http://casadeiteatri.wordpress.com/2012/12/22/spettacolo-quel-che-ho-visto-e-udito-di-francesco-carini/  

“Simona Lisi, attrice e danzatrice che ha già collaborato con Crisafulli in diverse occasioni, conduce il pubblico nel mondo della poetessa austriaca, muovendosi nello spazio e aprendo di volta in volta, con l’aiuto della luce e del suono, squarci diversi, in un continuo variare delle visioni, come continuo è il variare delle visioni nell’opera della Bachmann. Molto intensi i suoi pezzi di danza, come, nel finale, una sorta di fluido ed evocativo repertorio di animali reali e fantastici, in relazione con un conturbante testo della poetessa austriaca (“adorerò animali la notte, profanerò le immagini più sacre, mi aggrapperò a tutte le menzogne….”).” Stefania Carpiceci su “Quel che ho visto e udito” di F. Crisafulli con S. Lisi in http://www.1fmediaproject.net/2012/12/25/luce-ed-alta-formazione-artistica-quel-che-ho-visto-ed-udito-dedicato-ad-ingeborg-bachmann/  

“Crisafulli, che della luce è un maestro, ha guidato i suoi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma in un percorso di lavoro evidentemente rivolto alla trasformazione dello spazio delle Scuderie in un luogo interiore, una buia caverna dell’anima, cassa di risonanza dei testi di altissima intensità poetica della Bachmann, detti da Simona Lisi, interprete molto convincente e dalla straordinaria gestualità.” Letizia Rossi su “Quel che ho visto e udito” di F. Crisafulli con S. Lisi  in http://luxflux.net/la-luce-interiore-di-ingeborg-bachmann/